Nell’ultimo anno 107mila famiglie vittime di corruzione in sanità

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Oggi siamo a Roma, presso Palazzo Wedeking, dalle 10.30 alle 13.30, per l’evento conclusivo del progetto Curiamo la Corruzione. Parleremo quindi dei risultati del lavoro svolto in questi anni, presentiamo le raccomandazioni per una sanità più integra e trasparente (risultato del lavoro svolto dal tavolo pubblico-privato del progetto) e chiudiamo con un dibattito tra le principali forze politiche sulle azioni da mettere in campo con la prossima legislatura.

La corruzione in sanità, come rivela una recente indagine Istat, ha un impatto diretto e consistente anche sui pazienti, disposti a tutto per curarsi. Oltre mezzo milione di famiglie italiane infatti ha ricevuto almeno una volta richieste di denaro o altro per essere facilitate in occasione di ricoveri, interventi, visite mediche e nel solo ultimo anno le famiglie vittime di corruzione in sanità sono state 107.000.

Le analisi condotte nell’ambito del progetto Curiamo la Corruzione  rivelano che nell’ultimo anno il 25,7% delle Aziende sanitarie ha vissuto al proprio interno almeno un episodio di corruzione, che in genere è stato affrontato in maniera appropriata, anche se il 51,7% delle strutture non ha ancora adottato adeguati Piani anticorruzione. Mentre il rischio di inefficienze e sprechi nelle Asl è più alto per l’acquisto di servizi sanitari e negli ospedali per l’acquisto di beni. Che la corruzione sia un problema che non è ancora stato risolto, lo testimonia anche il monitoraggio effettuato da Transparency International, da cui risulta che nel 2017 sono comparse sui media nazionali 97 notizie su casi di corruzione in sanità.

Cosa ha fatto il progetto Curiamo la Corruzione?

Obiettivo ultimo del progetto è quello di aiutare il nostro Servizio sanitario nazionale, tra i migliori sistemi pubblici al mondo per ampiezza e qualità dei servizi offerti, a ridurre il livello di corruzione attraverso una maggiore trasparenza, integrità e responsabilità.

Per raggiungere questo obiettivo da tre anni a questa parte sono state realizzate diverse attività che mirano ad aumentare la consapevolezza sul fenomeno della corruzione, a formare il personale delle aziende sanitarie e ospedaliere, a implementare e testare strumenti innovativi e modelli organizzativi specifici.

Quali risultati raggiunti?

Le strutture sanitarie partner del progetto sono la Asl di Bari, la Ao Brotzu di Cagliari, il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, la Asp di Catanzaro, la Asst di Melegnano e Martesana, la Aou San Luigi Gonzaga di Orbassano, la Asp di Ragusa, la Aou San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, la Ats della Sardegna, la Asp di Siracusa, la Usl Toscana Sud Est (Arezzo, Grosseto e Siena) e la Apss di Trento.

Tra i risultati del progetto si segnalano l’attivazione di una piattaforma informatizzata per le segnalazioni di corruzione in 10 strutture e la ricezione di 37 segnalazioni da parte di 4 Asl pilota; il coinvolgimento nei percorsi formativi di 825 operatori, tra cui 300 dirigenti; la messa a disposizione della piattaforma «CHIEDI» per garantire a tutti gli utenti un più immediato ed agevole accesso alle informazioni; la realizzazione di poster rivolti al personale interno e al pubblico esterno da affiggere all’interno delle strutture; l’organizzazione dell’Integrity day, giornata nazionale annuale in cui riflettere sulla corruzione in sanità e l’elaborazione di raccomandazioni per una sanità più integra e trasparente da parte di un Tavolo di stakeholder che lavorano nella sanità pubblica e privata.

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